Droppare, swippare, ghostare: ecco il dizionario per capire come parlare "giovane" sui social
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martedì 14 gennaio 2025
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di Gaia Agnelli
Negli ultimi tempi però con il boom di Instagram e TikTok, si è assistito a una nuova ondata di termini che sono andati ad aggiornare il “dizionario” online. Parole usate perlopiù dai ragazzi (ovvero coloro che usano i nuovi social network) che hanno adattato parole della “loro” musica (quella rap e trap) al mondo di Internet.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La cosiddetta Generazione Z ha quindi non solo introdotto nuovi termini nel linguaggio quotidiano (“cringe”, “bufu”, “swag”, “chill”), ma ha anche rivoluzionato il modo di parlare sui social. Si è venuta a creare così una distanza comunicativa tra i più grandi (i “boomer” che popolano Facebook e che vedono video su Youtube) e i “millenials” che con storie, reel e trend animano Instagram e TikTok utilizzando essenzialmente gli smartphone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vediamo dunque di capire qual è il linguaggio utilizzato dai giovani sui social network.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Intanto va detto che chi pubblica sui social è un creator. Posta foto e video non casuali ma scelti al meglio: contenuti (o meglio content) definiti instagrammabili, ovvero capaci di ricevere like e feedback (risposte) dagli utenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Instagrammabile può essere un piatto di cibo (categoria di foto definita food porn), un selfie particolarmente bello, un tramonto o un luogo caratteristico (chiamato spot o spottino). Tutti post che vengono condivisi (o per meglio dire droppati) sulla propria bacheca personale, che su Instagram ha assunto la denominazione di Feed.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nei content si sfoggia il proprio prime (il meglio di sè), anche se a volte si può anche floppare, ovvero non riscuotere successo. È difficile però che ciò avvenga quando a pubblicare ci sono gli influencer: personaggi in grado di “influenzare” le scelte (e gli acquisti) dei loro followers (seguaci). Followare qualcuno significa vederne tutti i contenuti pubblicati, così come unfolloware indica il contrario, dunque smettere di seguire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Su TikTok gli influencer vengono denominati tiktoker. Si tratta di persone riuscite a divenire popolari grazie ai cosiddetti trend: video imitati da migliaia di utenti che danno luogo a sfide (challenge) su chi riesce a riprodurli al meglio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oltre a seguire qualcuno lo si può persino “spiare” per capire che sta facendo e con chi sta uscendo. In quel caso si parla di stalkerare. I contenuti maggiormente oggetto di attenzione sono i reel (brevi clip dinamiche) e le storie: foto e video che restano sul social solo 24 ore e che vengono pubblicate per comunicare al mondo il modo in cui si sta vivendo.
Si possono anche postare storie che non possono essere viste da tutti, ma solo dai close friends (amici stretti): una lista di followers specifica e selezionata con cura, che permette solo a pochi prescelti di visionare i propri contenuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Contenuti che sono visualizzati nella stragrande maggioranza dei casi sugli smartphone. Vengono quindi scrollati, ovvero visionati verticalmente con un movimento del dito dal basso verso l’alto. Un sinonimo di scrollare è fare lo swip up o swippare: passare da un post all’altro visionando tutti i contenuti proposti in sequenza. Le storie che non interessano possono invece essere tranquillamente switchate o skippate, quindi “saltate”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sui social si può anche comunicare privatamente attraverso i dm (detti anche direct). “Inviamelo in dm” significa proprio “mandami un messaggio diretto”. Spesso è questo il modo migliore per matchare: approcciare qualcuno per chiedergli magari un appuntamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma ai dm si può anche non rispondere più, di fatto sparendo dalla vita del proprio interlocutore. Ghostare è un termine che, dall’inglese “fantasma”, indica proprio l’azione di non comunicare spesso senza preavviso né spiegazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E infine sui social si può anche litigare: a volte lo si fa apposta, disturbando gli altri utenti con messaggi provocatori (trollare). Spesso questo tipo di atteggiamento è messo in atto da persone che cercano quotidianamente lo scontro (gli haters). Diverbi che possono infine sfociare nei dissing: discussioni online visibili a tutti. E chi ha la peggio nella discussione viene definito blastato: sconfitto.
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